Il legno lamellare cippato tra le biomasse a uso combustibile: cosa vuol dire?

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Dopo più di un anno dalla presentazione dello schema alla Commissione Europea, il legno lamellare cippato trattato con colle è stato inserito nell’elenco delle biomasse a uso combustibile nell’Allegato X del decreto legislativo 152/2006, cioè il testo di riferimento in materia ambientale. In questo articolo scopriamo più nel dettaglio quali sono le implicazioni di questa importante modifica normativa.

Data pubblicazione: 24-07-2023
Autore: Riccardo Vinci
Il legno lamellare cippato tra le biomasse a uso combustibile: cosa vuol dire?

Cos’è il legno lamellare?

Detto anche “legno incollato” per via delle sue caratteristiche compositive, il legno lamellare è un materiale composito (cioè costituito da elementi con proprietà fisiche differenti tra loro) formato prevalentemente da legno naturale. Al contrario del normale legno, però, il legno lamellare è realizzato attraverso processi di incollaggio a pressione: il tronco viene ridotto in lamelle che vengono ricomposte con venatura contrapposta.

Il risultato è un materiale con ottima resistenza meccanica uniforme, buona resistenza al fuoco, versatile e amico dell’ambiente.

Dagli scarti di legno lamellare è possibile ottenere legno cippato, attraverso processi di sminuzzamento (chip in inglese significa anche “scheggia”).

Al contrario degli altri combustibili (e del legno cippato ottenuto da legno vergine), però, il legno lamellare in forma di cippato non era parte dell’Allegato X, Parte II, Sezione 4, alla parte quinta del decreto legislativo 152/2006, detto anche “Testo Unico in materia ambientale”.

Cos’è l’Allegato X e perché è importante?

Tale articolo definisce l’elenco delle biomasse combustibili, per le quali sono garantiti e definiti gli standard e le condizioni di combustione per tutelare l’ambiente contro l’inquinamento ambientale. Un combustibile non presente in quell’elenco, dunque, andrebbe sottoposto al circuito di gestione dei rifiuti - che ne prevede lo smaltimento attraverso combustione negli inceneritori o lo smaltimento in discarica.

Tra le biomasse legnose a uso combustibile, l’Allegato X comprendeva, prima di questo aggiornamento, esclusivamente materiali ottenuti da lavorazioni meccaniche di legno vergine non contaminati da inquinanti di alcun tipo. Per questo il legno lamellare - trattato con colle - non era considerato un combustibile ammesso.

Durante il 2022, però, il Ministro della Transizione Ecologica aveva notificato alla Commissione Europea lo “Schema di regolamento relativo all’inserimento del legno lamellare in forma di cippato nell’elenco delle biomasse di cui all’Allegato X”. Si riferiva, nello specifico, al legno lamellare in forma di cippato trattato con colle viniliche, poliuretaniche o melaminiche.

Il Decreto è stato firmato e reso noto con comunicato pubblico datato 9 maggio 2023 sul sito ufficiale del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica: il legno lamellare cippato è una biomassa combustibile inserita nell’Allegato X, a condizione che vengano rispettati i valori limite imposti per umidità, presenza di additivi e metalli, trattamenti e modalità di utilizzo.

Cosa cambia adesso per il legno lamellare cippato?

L’inserimento del legno lamellare in forma di cippato nell’elenco dell’Allegato X permette di gestire diversamente gli scarti di produzione del legno in questa forma, inserendoli all’interno dell’economia circolare.

Il regolamento, che entrerà in vigore 1 agosto 2023, inserisce i residui del legno derivati da lavorazioni di tavole di legno incollato, pannelli di tavole incollate a strati incrociati, legno per falegnameria (UNI EN 942 –“legno lamellare in forma di cippato”) nell’elenco delle biomasse ad uso combustibile e ne consente l’uso esclusivamente all’interno di stabilimenti di produzione a certe condizioni:

  • Il legno vergine e i residui di legno non hanno subito, oltre all’incollatura, trattamenti diversi da quelli meccanici, lavaggio con acqua ed essiccazione;
  • Le schede di sicurezza dei prodotti utilizzati come induritori prescritte dalle vigenti norme, non indicano la presenza di metalli pesanti o composti alogenati;
  • I residui, a seguito del trattamento, sono conformi alle caratteristiche in tabella:
ProprietàUnità di misuraValori limite
Umidità(% m/m)≤ 15
Additivi Collanti(% m/m)≤2
Azoto(% m/m)≤1
Zolfo(% m/m)≤0,05
Cloro(% m/m)≤0,03
Arsenico(mg/Kg)≤ 1
Cadmio(mg/Kg)≤0,5
Cromo(mg/Kg)≤ 10
Rame(mg/Kg)≤ 10
Piombo(mg/Kg)≤ 10
Mercurio(mg/Kg)≤0,1
Nichel(mg/Kg)≤ 10
Zinco(mg/Kg)≤ 100
  • L’utilizzo come combustibile è ammessoesclusivamente nello stabilimento in cui i residui di legnosono stati prodotti.
  • In caso di combustione in impianti termici di potenza termica nominale non superiore a 500 kW,l’impianto deve essere dotato di certificazione di conformità alla classe 5 secondo la norma tecnica UNI EN303-5:2012.
  • In caso di combustione in impianti termici di potenza termica nominale superiore a 500 kW, l’impianto deve avere un rendimento non inferiore all’85% e deve essere dotato di un dispositivo di regolazione della potenza e di un dispositivo di regolazione in continuo del processo di combustione tra loro coordinati

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