Che cos’è il legno cippato?
Il cippato di legna è una biomassa a bassissimo costo, facile da reperire e semplicissima da produrre. Viene prodotto dal legno, attraverso un processo di sminuzzamento (il termine chip in inglese significa anche “scheggia, truciolo”): una macchina chiamata cippatrice è in grado di sminuzzare gli scarti derivanti da tagli e potature e dalla lavorazione del legno per altri scopi. Le schegge ottenute, lunghe al più pochissimi centimetri, vengono fatte riposare fino a un paio d’anni in modo da perdere l’umidità assorbita, essiccarsi ed essere pronte a venire utilizzate per la combustione. Allo stesso modo del pellet e della legna in generale, infatti, più il cippato è secco e più alto è il suo potere calorifico.
Il cippato di legno è spesso considerato un combustibile di valore e qualità minori rispetto ad altre biomasse come il pellet, ma il suo bassissimo costo e l’evoluzione tecnica che hanno avuto le caldaie a cippato lo hanno reso una soluzione ottimale grazie alla sua convenienza economica e alle sue caratteristiche fisiche.
È infatti una delle soluzioni di riscaldamento in assoluto più ecologiche e permette di sfruttare al meglio gli scarti della lavorazione del legno. La sua combustione è del tutto ecologica e non inquinante, perché l’anidride carbonica che viene rilasciata dal processo è quella che il legno aveva assorbito durante la fotosintesi, e produce una bassa quantità di ceneri rispetto anche ad altre biomasse.
Il suo trasporto è facilitato in generale dalle dimensioni contenute delle scaglie di legno e, seppure incida sul costo finale del combustibile, si mantiene nettamente più basso di qualunque altro, comprese le altre biomasse, limitandosi a pochi euro per quintale di cippato.
La sua caratteristica più interessante dal punto di vista economico, però, è la possibilità di autoprodurlo anche in casa. Non è necessario avere a disposizioni enormi quantità di legna o alberi: il cippato può essere prodotto anche da ramoscelli e da residui di potatura di un giardino, e in tutti i casi non richiede particolari trattamenti né durante le fasi di produzione né in quelle di essiccamento.
Durante il processo di cippatura la cippatrice sminuzza semplicemente i residui e gli scarti del legno permettendo la produzione di cippato a km 0, abbattendo ulteriormente i costi effettivi e rendendo il cippato una soluzione estremamente più conveniente rispetto a tutte le altre, a patto di avere adeguati spazi per lo stoccaggio e per la caldaia.
Sono queste caratteristiche che rendono il cippato la soluzione più efficace per residenze medio-grandi, imprese agricole e hotel, e in generale per quegli edifici che richiedono un fabbisogno annuo superiore a 60 MWh termici..
Lo stoccaggio del cippato
L’attenzione maggiore nella produzione e nella conservazione del combustibile deve essere riposta nelle operazioni di stoccaggio del cippato. Sia che venga acquistato, sia che venga prodotto, infatti, ogni caldaia a cippato di legno consuma grandi quantità di scaglie.
Il cippato raccolto deve essere conservato e stoccato in vasche capaci di proteggerlo il più possibile dall’umidità per mantenere il potere calorifico ed essiccare ulteriormente. Il cippato così ottenuto e conservato può essere, negli impianti più grandi, sottoposto anche a vagliatura e filtraggio, a seconda delle esigenze, per grandezze e dimensioni.
La caldaia, in questo modo, può essere alimentata direttamente da un silo capace di dosare il cippato necessario e immetterlo nella camera di combustione, oppure possono essere utilizzati dei semplici serbatoi da posizionare nello stesso locale della caldaia, sempre nel rispetto delle normative.
Per le caldaie a cippato superiori ai 35 kW, inoltre, le normative prevedono una porta indipendente accessibile dall’esterno e una comunicazione all’INAIL (l’Istituto nazionale per l'assicurazione contro gli infortuni sul lavoro) e ai vigili del fuoco riguardo la realizzazione e il progetto dell’impianto.
La classificazione del cippato
Per anni il cippato è stato regolato e gestito da mercati poco trasparenti. La sua scarsa nomea e il suo essere ancorato a mercati molto legati ai singoli territori ha fatto sì che fosse difficile garantire determinati livelli di garanzia di qualità e persino classificazioni precise del cippato stesso.
Oggi lo sforzo europeo e comunitario ha permesso di generare una certificazione di riferimento, la Biomassplus, che in Italia è riconosciuta e regolata dall’AIEL (Associazione Italiana Energie Agroforestali) e dall’ENAMA (Ente Nazionale Meccanizzazione Agricola) che definisce cinque classi di qualità per il cippato basandosi sulle specifiche tecniche della norma ISO 17225-4 e aggiungendo la classe A1+.
Le classi A1+, A1+ cippatino, A1, A2 e B1 delineano la qualità del prodotto in base a specifiche caratteristiche fisiche, tra cui l’origine e la provenienza, la pezzatura, il contenuto idrico, la percentuale di ceneri prodotti, il potere calorifico e altri. La migliore classe, la A1+, prevede restrizioni sul legno originale di provenienza (assenza di radici, uso di tronchi), una percentuale di umidità del cippato inferiore al 10% e un potere calorifico netto pari a 4,5 kWh/kg.
La norma considerata definisce anche le tre diverse pezzature del cippato, cioè le tre dimensioni di riferimento:
- la classe P16, con scaglie di dimensione inferiore a 16 mm per almeno il 60% del peso del materiale;
- la classe P31,5, con scaglie di dimensione inferiore a 31,50 mm per almeno il 60% del peso del materiale;
- la classe P45, con scaglie di dimensione inferiore a 45 mm per almeno il 60% del peso del materiale.
Più informalmente il cippato viene suddiviso in cippato grosso (G50-G100), cippato fine (G30), cippatino (G10) e microcippatino (G5).
Come funziona una caldaia a cippato?
In commercio sono disponibili due tipologie principali di caldaie a cippato di legna, in base alla combustione e alla quantità di potenza erogata:
- le caldaie a cippato con griglia fissa. Sono le più conosciute e più diffuse, sono meno costose e erogano una potenza dai 27 kW sino alle potenze industriali;
- le caldaie a cippato con griglia mobile. Permettono di gestire biomasse con maggiore grado di umidità ed erogano potenze capaci di raggiungere diversi MW.
La caldaia a cippato di legna è a tutti gli effetti una caldaia a biomassa, quindi opera per combustione. Nella camera il combustibile e l’aria fanno avvenire la combustione che genera il calore. Le griglie consentono di mantenere un movimento costante delle braci nella camera di combustione.
Il riscaldamento a cippato è un’ottima soluzione per chi si trova nella possibilità di autoprodurre il combustibile, soprattutto in occasione di grandi edifici che possono sfruttare pienamente la potenza di questi strumenti, e le caldaie policombustibili capaci di sfruttare sia cippato che pellet consentono di mantenere dimensioni ridotte rispetto alle soluzioni più grandi che richiedono quantità di combustibile anche superiori a tre volte rispetto al pellet e locali più grandi per la gestione e l’installazione dell’impianto.Se stai pensando di installare una caldaia a cippato nel tuo condominio o per la tua azienda, e hai modo di autoprodurre il cippato con una cippatrice adeguata per dimensioni e potenza alle tue esigenze, probabilmente stai muovendoti nella direzione corretta: contatta però sempre un professionista per farti guidare al meglio.
Caldaie a cippato