Caldaia a pellet e a gasolio: emissioni ed efficienza a confronto
I tanti incentivi disponibili e gli alti costi del gasolio e degli altri combustibili fossili stanno portando tanti a chiedersi se sia possibile trovare soluzioni alternative meno costose, dai prezzi più stabili e magari anche meno inquinanti. Le caldaie a pellet di nuova generazione, con rendimenti altissimi e classe energetica 5 stelle, sono una di queste alternative. Vediamo perché.
Molti edifici e appartamenti sono ancora dotati di impianti risalenti a numerosi anni fa, obsoleti, inquinanti e assolutamente poco efficienti, nonostante l’importante evoluzione raggiunta negli ultimi anni dal settore energetico. Anche quando montati in abbinamento ad altri sistemi sostenibili, infatti, gli impianti a gasolio sono spesso sovradimensionati per le reali esigenze degli appartamenti e sono sempre dipendenti dalle fortissime fluttuazioni dei costi dei combustibili fossili, andando a incidere in modo particolarmente forte sui costi di gestione della casa.
Come fare quindi a valutare l’effettivo impatto in termini di risparmio energetico ed economico di un cambio caldaia a pellet? Alcuni fattori sono da prendere in considerazione:
- Il combustibile. Il costo del gasolio è sempre maggiore rispetto alle biomasse come il pellet, oltre a essere molto più soggetto a enorme volatilità dei prezzi;
- un maggiore avvicinamento al fabbisogno energetico effettivo dell’edificio o dell’appartamento, installando una caldaia di potenza più in linea con le esigenze e in grado di operare ad alti livelli di rendimento;
- i sovraccosti dovuti alla manutenzione della caldaia pellet e a consumi elettrici aggiuntivi rispetto alla soluzione precedente;
- l’effettivo rendimento energetico del vecchio impianto e del nuovo, cioè quanta energia viene perduta durante tutti i processi di riscaldamento;
- l’investimento iniziale per l’acquisto del nuovo impianto, il montaggio e i lavori necessari nel caso in cui l’immobile non sia predisposto ad accogliere la nuova soluzione.
Anche mettendo in conto l’investimento iniziale, ampiamente mitigato dagli incentivi che possono superare anche i 4.000 euro, è possibile rientrare dalla spesa in poco tempo (3-5 anni) e negli anni successivi risparmiare ogni anno anche più del 40% sulle spese legate al riscaldamento, soprattutto all’aumentare del rendimento della caldaia a pellet e della sua classe.
Le caratteristiche delle caldaie a pellet 5 stelle
Cosa vuol dire però che una caldaia è di classe energetica 5 stelle? Alla luce dell’Allegato 1 del decreto ministeriale 186/2017, sono definiti una serie di criteri da rispettare per il rilascio della certificazione ambientale, e oltre a una soglia minima di rendimento sono legati a una serie di valori limite che non possono essere superati nel caso delle emissioni.
Il rendimento minimo di un caldaia a pellet 5 stelle deve essere del 92% (al contrario del 90% circa nel caso di caldaie a gasolio di potenza nominale di 24-40 kW), ma è comune che questo valore venga superato, andando a impattare ancora di più sull’efficienza energetica, e quindi sui costi a lungo termine dell’impianto.
Una caldaia a pellet di classe 5 stelle può infatti garantire una combustione regolare del pellet in base al suo contenuto energetico, raggiungendo nei prodotti più avanzati tecnologicamente come la Blu Evo persino un rendimento del 98,5% a carico parziale e minima potenza e del 94% a massima potenza.
Ridurre le emissioni è poi un effetto collaterale non indifferente e assolutamente positivo. Studi recenti hanno mostrato che una caldaia a gasolio produce mediamente 137,72 mg/Nm3 di monossido di carbonio (CO) e 1.266,15 mg/Nm3 di ossidi di azoto (NOx, cioè la somma dei contributi di NO e di NO2), mentre le emissioni limite per le caldaie pellet a 5 stelle corrispondono a 25 mg/Nm3 di CO e di 120 mg/Nm3 di NOx.
Gli incentivi per le caldaie a pellet
Il più grande ostacolo all’installazione di impianti con caldaie a pellets è in ogni caso il costo iniziale. Chi decide di installarli e sostituire il proprio impianto obsoleto, però, ha a disposizione incentivi fiscali compresi tra il 40% e il 65% della spesa, atti ad ammortizzare l’investimento e a favorire quegli interventi che riducono emissioni e consumi migliorando le classi energetiche degli edifici.
Tra questi incentivi uno dei più rilevanti è l’incentivo conto termico. Proposto per gli interventi di efficienza energetica e produzione di energia termica attraverso fonti rinnovabili, viene versato dal GSE sul conto corrente del beneficiario e può coprire fino al 65% della spesa sostenuta. Copre, tra gli altri, gli interventi legati a caldaie e stufe a biomasse e la quota esatta dell’incentivo dipende da una serie di fattori specifici (la zona climatica in cui viene installata la caldaia, il coefficiente premiante della caldaia e la sua potenza). Puoi leggere di più sull’argomento nel nostro approfondimento dedicato al Conto Termico.
La sostituzione della caldaia è soggetta anche a detrazioni fiscali valide ai fini IRPEF come l’Ecobonus 2022 per interventi edili e impiantistici con l’obiettivo di ridurre i consumi energetici all’interno di edifici esistenti. In questo caso, anche senza l’installazione di sistemi evoluti di termoregolazione, l’installazione di una caldaia a biomassa può dare accesso a detrazioni del 50%, per importi massimi fino a 10.000 euro.
La stessa percentuale dell’Ecobonus 50% può essere ottenuta anche con le detrazioni fiscali legate al bonus ristrutturazione 50%, destinato a chi effettua lavori di manutenzione ordinaria e straordinaria in condomini ed edifici singoli entro il 31 dicembre del 2024, con un limite massimo di spesa di 96.000 euro.Ti consigliamo comunque di rivolgerti sempre a un professionista che potrà aiutarti nelle pratiche e consigliarti il miglior modo di procedere e il prodotto giusto per le necessità dei tuoi ambienti. E se stai pensando a una caldaia a pellet per il riscaldamento della tua casa, scopri le nostre soluzioni a classe 5 stelle e basse emissioni di ultima generazione.
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