Quando cambiare la caldaia?
Un buon impianto dura a lungo, ma dopo un po’ di anni potrebbe iniziare ad accusare i segni del tempo, evidenziando malfunzionamenti e consumi eccessivi. E non solo, ecco quando occorre sostituire la caldaia:
- Rotture e guasti. Un impianto danneggiato potrebbe richiedere ripetute riparazioni e ogni intervento di manutenzione straordinaria si traduce in considerevoli esborsi di denaro. Acquistare un nuovo modello consente di tagliare questi costi ed eliminare ogni disturbo derivante dai guasti.
- Risparmio. Lo Stato ha previsto una serie di incentivi e detrazioni fiscali per chi cambia il vecchio generatore di calore con uno nuovo, come ad esempio il Superbonus 110%, resi ancora più allettanti dai meccanismi dello sconto in fattura e della cessione del credito, che consentono di limitare se non annullare quasi completamente la spesa da sostenere.
- Classe energetica più alta. L’aumento delle classi energetiche consente di accedere al Superbonus 110%, ma non è chiaramente l’unico vantaggio: una caldaia più efficiente è fondamentale per abbattere consumi e costi del riscaldamento domestico.
- Passaggio a fonti rinnovabili. Quando sostituire la caldaia non lo fai solo per te, ma anche per l’ambiente: per riscaldare la tua casa in modo ecosostenibile è necessario installare un impianto a biomassa a basse emissioni, come la caldaia a pellet a gassificazione Blu Evo, la prima in Italia ad abbassare ulteriormente i livelli minimi di emissione accettati dalle normative vigenti, arrivando al 98,5% di rendimento. In più, passare a un nuovo impianto consente di integrare anche altre fonti di energia rinnovabile come i pannelli solari.
Quanto costa la sostituzione di una caldaia?
Volendo azzardare una cifra, potremmo dire che la spesa per la sostituzione della caldaia generalmente ammonta tra i 300 e i 700 euro. Questa è un’idea di costo che riguarda la sostituzione della caldaia senza considerare eventuali costi per modifiche importanti all’impianto di riscaldamento. Per sostituire la vecchia caldaia con la nuova, il tecnico dovrà smontare e smaltire il modello da cambiare, poi dovrà occuparsi dell’installazione o della sostituzione della canna fumaria, infine installare il nuovo generatore termico.
Prima dell’installazione di un nuovo modello, sarebbe opportuno richiedere un sopralluogo di consulenza a tecnici specializzati, con le competenze adatte per consigliare la scelta più indicata in base ad esigenze specifiche.
Ovviamente bisognerà aggiungere alla lista dei costi quello della nuova caldaia e di tutti i nuovi componenti necessari a rendere efficiente l’impianto. I prezzi in questo caso variano dalla tipologia di prodotto scelto, dalla tecnologia a bordo macchina e dai costi di trasporto.
Quanto costa una caldaia a biomassa?
Poi, naturalmente, c’è anche la spesa da sostenere per il nuovo impianto. Noi consigliamo un modello a biomassa perché, se da un lato comporta un investimento iniziale un po’ più oneroso rispetto ai tradizionali generatori a gas, dall’altro nel medio/lungo periodo è indiscutibile la convenienza economica delle caldaie a biomassa rispetto a quelle alimentate con combustibili fossili, che consente di risparmiare circa il 50% sul costo del combustibile e di recuperare in fretta la differenza di prezzo.
Senza dimenticare che riscaldare la propria casa in modo ecosostenibile utilizzando le biomasse conviene anche all’ambiente: questi biocombustibili non inquinano e sono considerati a bilancio neutro di CO2, cioè la quantità di anidride carbonica rilasciata in atmosfera è pari a quella assorbita dalle biomasse stesse nel corso della loro vita. La sostenibilità ambientale è un obiettivo non più rimandabile: il pianeta Terra soffre ed è ora di riparare i danni già fatti per garantire un futuro alle prossime generazioni.
I generatori alimentati con biomasse, come le caldaie a pellet, convengono anche per un altro motivo: il loro acquisto è incentivato dallo Stato italiano con una serie di detrazioni fiscali, che consentono di rientrare delle spese sostenute.
Sostituzione caldaia: incentivi 2021
Quali sono gli incentivi statali che permettono di sostituire la caldaia limitando l’importo da pagare? Ecco le principali detrazioni fiscali con cui poter ottenere un bel risparmio: Conto Termico 2.0, Superbonus 110%, detrazione del 50% per efficientamento energetico e detrazione sempre del 50% per ristrutturazione edilizia.
Conto Termico 2.0
Il Conto Termico 2.0 è un incentivo per la produzione di energia termica da fonti rinnovabili, come appunto legna e pellet. Copre fino al 65% della spesa necessaria per acquisire il nuovo generatore.
È possibile accedere a questo incentivo solo se la vecchia caldaia da cambiare è:
- A gasolio.
- A legna.
- A biomassa di vecchia generazione.
- Una termostufa.
- Un termocamino.
L’esatta quantità della somma incentivata è determinata da alcuni fattori:
- Zona climatica.
- Coefficiente premiante della nuova caldaia.
- Potenza del modello.
Puoi scoprire di più su requisiti, documentazione necessaria e altre informazioni utili nell’approfondimento sulla sostituzione della caldaia con il Conto Termico 2.0.
Superbonus 110%
Il Superbonus 110% e l’aumento di due classi energetiche danno diritto a ricevere detrazioni fiscali del 110% sulle spese effettuate per determinati tipi di interventi. Per poterne beneficiare, oltre che dimostrare l’upgrade nell’efficienza energetica della casa, è necessario eseguire almeno un lavoro trainante, che può essere associato a un intervento trainato.
Grazie ai meccanismi dello sconto in fattura e della cessione del credito, l’agevolazione permette di effettuare la sostituzione della caldaia senza quasi doverne sostenere il prezzo, quindi in pratica a costo zero. È possibile beneficiare del Super Ecobonus anche per installare una caldaia a pellet: scopri come ottenerlo.
Detrazione 50% per efficientamento energetico
Altre opportunità? Esiste la detrazione fiscale del 50% per efficientamento energetico, riservata a chi aumenta il livello di efficienza energetica di edifici già esistenti. Anche con questo Ecobonus è possibile usufruire dello sconto in fattura e della cessione del credito, introdotti con il Superbonus 110% e poi estesi anche ad altre agevolazioni in vigore.
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